24/04/16

Alzati e cammina!

NUOVA VITA AI PENNARELLI
Uno dei piaceri che si hanno nel lavorare con la carta e sulla carta è quello di poter usufruire di una notevole varietà di mezzi per colorarla, visto che in pratica supporta quasi tutti i tipi di colori in commercio : pastelli, gessetti, acquerelli, colori acrilici, inchiostri...e naturalmente pennarelli.

Dico naturalmente perchè, insieme alle matite colorate, i pennarelli sono uno degli strumenti di scrittura e colorazione più comuni, sono quelli che usano i bambini fin dalla scuola materna, tutti li abbiamo avuti per le mani ed è possibile che ci sia da qualche parte per casa, reminiscenza di trascorsi scolastici, una scatola di vecchi pennarelli ormai asciutti...



E' probabile che, ritrovandoli per caso, saremmo tentati di buttarli via, ritenendoli ormai inutilizzabili...Invece anche i pennarelli secchi, così come l'evangelico Lazzaro, possono godere di una seconda chance di vita!
Se avete dei dubbi in proposito v'invito a leggere questo articolo su WIKI-How che spiega come rivitalizzare i pennarelli scarichi...nessun problema se non avete dimestichezza con l'inglese perchè è disponibile anche la versione in italiano. ;-)



Lasciando da parte i pennarelli dry, quei pennarelli cancellabili che si usano solo sui lucidi da proiezione o sulle lavagne magnetiche, occupiamoci dei pennarelli che interessano a noi, ovvero quelli che scrivono su carta: come abbiamo letto nell'articolo, possono essere rivitalizzati con l'apporto di acqua, se sono idrosolubili, oppure di alcool o acetone se sono a base di solventi.

Se i pennarelli che vorremmo resuscitare li abbiamo ritrovati ancora nella loro confezione originaria, non avremo problemi a distinguerli perchè sarà indicato sulla scatola di che tipo sono, ma se al contrario li abbiamo trovati sfusi in un vecchio astuccio?
Allora c'è un solo modo di capire di che sostanza sono imbevuti: annusarli! ;-)



Infatti, mentre i pennarelli a base acquosa sono inodori, quelli prodotti con solventi conservano il caratteristico odore (che per un naso d'artista è profumo!) anche se asciutti. ;-)


Purtroppo però c'è da riconoscere che certi miracoli, come la resurrezione permanente, possono avvenire giusto nei Vangeli, nella quotidianità, grazie a questi espedienti, dovremo accontentarci di una rinascita temporanea dei nostri pennarelli: potremo infatti utilizzarli ancora per un po' ma poi dovremo inevitabilmente rassegnarci....
Noo, cos'avete capito?! Non a buttarli ma a riciclarli! ;-)
Potremo infatti trasformarli in colori liquidi da spennellare!



Prima di tutto dovremo smontarli, separando l'anima in feltro del pennarello dalle altre parti in plastica:



Non è un lavoro difficile, potremo aiutarci con una pinza, sbriciolando la plastica del fusto per rompere l'estremità del pennarello ed estrarre il feltro centrale:



L'anima in feltro va spezzettata e messa in un contenitore pieno d'acqua e lasciata in ammollo per una decina di ore...diciamo che l'infusione può essere preparata alla sera in modo che il colore sia pronto la mattina dopo.



Avremo così ottenuto tanti colori liquidi con effetto di semitrasparenza simile all'acquerello, da poter utilizzare per i nostri lavori. :-)

Attenzione però! Tutti i suggerimenti fin qui illustrati sono rivolti al riutilizzo dei comuni ed economici pennarelli scolastici...non fatevi venire in mente di smontare uno Spectrum Noir per metterlo a bagno in un barattolino! 0_0

Per i pennarelli di un certo pregio, soprattutto quelli alcohol based che maggiormente sono soggetti al rischio dell'evaporazione, sono infatti previste apposite ricariche che permettono di farli durare indefinitamente, tutelando così il valore del nostro acquisto. ;-)



Per le istruzioni sulla ben più semplice resurrezione di un pennarello di marca, vi rimando al blog Spectrum Noir Italia, il punto di riferimento italiano per i fans di questi pennarelli...
Nel frattempo io vado a rimescolare la marinata di animelle in feltro che ho messo a bagno ieri sera, per vedere se i miei colori liquidi sono pronti da scodellare...ehem, volevo dire da spennellare! ;-)



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17/04/16

Vecchi amici, nuove idee

DECORARE CON I WASHI TAPES
Sono pratici perchè possono essere usati come nastri adesivi, sono decorativi perchè si vestono di tanti colori e fantasie, sono versatili perchè disponibili in molti formati e misure...non sorprende che i washi tapes siano diventati per i papercrafters come dei vecchi amici da frequentare assiduamente!

Ai pochi che ancora non li conoscono li presento subito: eccoli qui i washi tapes, nastri adesivi riposizionabili realizzati in carta speciale, originariamente prodotta in Giappone:



Il motivo del loro rapido successo sta probabilmente nelle illimitate potenzialità d'impiego che li vedono protagonisti in molte attività legate all'hobby della carta. Possonono servire, ad esempio, per decorare i layouts di scrapbooking come nell'imagine qui sotto dove sono stati abbinati a pennellate eseguite con gli acquerelli:



Ma anche se usati da soli sono in grado di completare autonomamente una pagina, osservate infatti il video sottostante, dove applicandoli a righe diagonali regolarmente distanziate si è ottenuto l'effetto di una carta da scrapbooking del tutto personalizzata:



Anche la distribuzione a raggi non è male:



E guardate com'è fresco e simpatico questo layouts a fiori intagliati, dove i washi tapes sono stati usati per riempire gli spazi sotto il traforo:



Se invece siamo interessati più al card making che allo scrapbooking troveremo idee altrettanto carine da mettere in pratica con i washi tapes...semplicissimo, ad esempio, creare un accattivante biglietto d'auguri con dei piccoli ritagli di nastro:



Molto facili da realizzare anche le 10 cards per ogni occasione che vediamo qui sotto:



Da tener presente anche la possibilità di embossare con una texture la carta coperta dai washi tapes:



E' quella che si definisce tecnica di embedded embossing o embossing incorporato, solitamente ottenuta con sagome di carta, ma che è molto più facile da realizzare con l'aiuto dei nastri adesivi!


Anche chi è appassionato di art journal potrà trovare nuovi spunti d'ispirazione grazie ai washi tapes che, essendo costituiti da materiale analogo alla carta, prendono bene molti tipi di coloranti ed anche l'inchiostro dei tamponi per timbri:



Un ulteriore impulso alla diffusione dei washi tapes al di fuori dei settori strettamente creativi è arrivato dalla recente moda dei planners, dei quali vi avevo già parlato in un precedente articolo: in questo caso i nastri adesivi riposizionabili si rivelano utili per fissare memo alle pagine o per sottolineare/evidenziare degli appunti:




E questi sono solo alcuni esempi, limitati all'ambito del papercrafting, delle possibilità d'impiego dei washi tapes!

La naturale conseguenza di tale versatilità è il venir meno di qualsiasi freno inibitore al momento dell'acquisto: li vediamo e li compriamo, consapevoli che prima o poi avremo occasione d'usarli! ;-)
Il risultato è che spesso questi rotolini colorati si accumulano a dismisura e sorge il problema del loro stoccaggio...voi come l'avete risolto?

Io preferisco tenerli in vaschette aperte da impilare, perchè permettono una visione immediata del contenuto e si adattano ai vari formati di nastro adesivo:



Ma se di washi tapes ne avete per ora una quantità limitata, potrete copiare il suggerimento che attualmente va per la maggiore sul Web ovvero il riciclo delle confezioni di pellicola ed alluminio da cucina:



Personalmente non la trovo una soluzione molto pratica ma è sicuramente più decorativa delle mie vaschette in plastica...e, come recita un vecchio adagio, si sa che anche l'occhio vuole la sua parte! :-)



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10/04/16

Fiorisci bel fiore...

FIORI IN CARTA 3D
Adoro gli abbellimenti floreali...e non è certo un segreto per voi frequentatori di questa Guida, che ve li siete sentiti proporre in innumerevoli occasioni! Il fatto è, spero ne converrete, che i fiori non sono solo decorativi ma, grazie alla versatilità di forme e colori, si adattano facilmente a qualsiasi progetto riuscendo a conferirgli quel senso di completezza che senza di loro mancava...

Tra l'altro l'industria del crafting non ci lesina certo le tentazioni, proponendoci continuamente nuovi modelli di fiori artificiali ogni volta sempre più belli...e naturalmente sempre più costosi! :-(



Come soddisfare la nostra voglia di floreale senza assottigliare cospicuamente il budget che abbiamo a disposizione per lo shopping creativo?
Scommetto che la risposta la conoscete già...Esatto: invece di comperare i fiori pronti possiamo fabbricarceli in proprio! ;-)



Immagino che anche voi, come me, abbiate in casa qualche fustella che ritaglia sagome di fiori, acquistata con entusiasmo perchè ci piaceva il soggetto ma poi utilizzata poche volte ritenendola, a torto o a ragione, poco versatile...
Effettivamente i fiori di carta che si ottengono con la fustellatura sono bidimensionali e per quanto si sovrappongano restano sempre un po' piatti:



E' pur vero che ormai ci sono in commercio fustelle per realizzare anche fiori tridimensionali:



Ma non dobbiamo snobbare le fustelle tradizionali che già possediamo, in fondo basta qualche piccolo accorgimento per dare volume alla composizione, potremmo ad esempio interporre tra una fustellata e l'altra del biadesivo spessorato:



Anche l'alternarsi di petali in diversi colori contribuisce ad aumentare l'effetto tridimensionale, ottimo in tal caso l'uso della carta da lucido, spesso chiamata impropriamente vellum, che ha un impatto visivo molto delicato e si fonde armoniosamente con il resto della composizione:



Un'altro espediente per dare corpo ai fiori fustellati consiste nell'incurvatura dei petali che si può ottenere con un grosso bulino ma che a me viene meglio con la lama delle forbici...il movimento è lo stesso che si fa quando si arricciano i nastri di carta nei pacchetti regalo, avete presente? ;-)



E se questi esempi non vi bastano, vi propongo un paio di tutorials trovati in Rete che vi aiuteranno a rivalutare le vostre fustelle floreali!
Il primo sfrutta una vecchissima fustella Sizzix che fu prodotta per parecchi anni, così che è molto probabile che qualcuno di voi la possieda: è la Tattered Florals di Tim Holtz, ve la ricordate?



Forse la versione in carta scrap non è accattivante come quella originale del Maestro ;-) ma il tutorial, al quale accederete cliccando sull'immagine, merita di essere preso in considerazione:



Se al posto della colla vinilica utilizzerete del biadesivo sottile, potrete velocizzare i tempi di preparazione dei fiori, senza più la necessità di tenerli "in posa" con le mollette. ;-)

Sempre su questo sito troverete fiori realizzati con la stessa tecnica utilizzando, al posto delle fustellate, alcune timbrate di fiori...alternativa piacevole ma poco praticabile quando si ha premura perchè la lavorazione è molto più lunga: occorre infatti stampare prima tutti i fiori e poi ritagliarli a mano uno per uno!



Un'altra idea molto interessante mi sembra quella proposta da Tammy Tutterow, che ci spiega come ha realizzato, nel suo personalissimo stile a mezza via tra il grunge ed il retrò, questo bellissimo fiore:



Anche in questo caso si è utilizzato un certo numero di sagome pretagliate per comporre il fiore ed ottenere la tridimensionalità...insomma cambiano le forme e i colori ma alla base ci sono sempre delle fustellate! E così abbiamo anche trovato un sistema per riscoprire alcune vecchie fustelle che non usavamo da tempo...è quello che dalle mie parti si definisce riciclo creativo! ;-))



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03/04/16

Polverine dispettose...

EMBOSSARE A REGOLA D'ARTE
L'embossing a caldo è una tecnica di larga diffusione grazie alla semplicità d'uso, alla versatilità d'impiego e all'investimento relativamente modesto richiesto per attrezzatura e materiali...Quindi prima o poi capita a tutti di averci a che fare e sono sempre utili i consigli per ottenere il meglio dalle nostre polverine!

Benchè infatti la metodica d'applicazione sia elementare, può succedere che il risultato non sia quello previsto: la polvere non si gonfia abbastanza oppure si espande troppo o anche non rimane attaccata al foglio e non sempre gli inconvenienti sono dovuti alle nostre scarse capacità...Ho detto non sempre: se impareremo ad essere critici verso noi stessi avremo ancora margini di miglioramento! ;-)



Diamo per scontato, prima di tutto, di preferire polveri da embossing di buona qualità: il consumo di materiale è così limitato che non val la pena di rischiare l'insuccesso acquistando i kits di marche sconosciute reperibili in alcuni supermercati!
Chiarito ciò, vediamo di scoprire insieme quali altri fattori possono influenzare il risultato...

Una cosa alla quale ben pochi prestano attenzione è, ad esempio, la conservazione delle polveri, che sono sensibili all'umidità ambientale e vanno quindi tenute entro contenitori ben chiusi: se abbiamo poco spazio le lasceremo nel barattolino originario, in caso contrario potremo rovesciarle in quelle vaschette di plastica per alimenti, reperibili a poco prezzo nei negozi di casalinghi:



Ma ci sono anche contenitori specifici, con cucchiaio incorporato, prodotti dalle aziende di crafting, il loro utilizzo è analogo a quello delle vaschette alimentari ma il design è più ricercato...e il costo aumenta in proporzione! ;-)



Duplice è il vantaggio di questo sistema di stoccaggio: oltre a risolvere il problema della conservazione ci permette infatti di recuperare la polvere in eccesso direttamente nella vaschetta, evitando i travasi e lo spreco di materiale.

Un altro fattore importante per la riuscita del lavoro è il tipo di inchiostro utilizzato per fissare la polvere e, naturalmente, la scelta più appropriata è quella dello specifico tampone per embossing, che è fatto apposta per incollare la polvere alla carta:



Se non l'abbiamo in casa o se vogliamo realizzare un'embossatura colorata avendo a disposizione solo la polvere trasparente, possiamo comunque utilizzare i comuni tamponi d'inchiostro colorati scegliendo però quelli con un lungo tempo d'asciugatura (ad esempio i Distress Ink Pad) o con densità viscosa (ad esempio i tamponi a pigmento)



Ma se non conosciamo esattamente le caratteristiche del tampone, come possiamo capire se è adatto all'embossing? 0_0
Facile: facciamo una prova su un foglio di "brutta": se, quando ne eliminiamo l'eccesso scuotendo il foglio, la polverina non resta attaccata oppure vola via quando usiamo l'embosser, significa che l'inchiostro usato non è quello giusto! ;-)

Attenzione però a non dare tutto il merito...o la colpa, a seconda dei casi, ai materiali utilizzati, perchè anche noi abbiamo la nostra parte di responsabilità nella riuscita del lavoro! Supponendo infatti di usare tamponi da embossing di pari requisiti, sarà la nostra abilità nel dosare l'inchiostro sul timbro a fare la differenza!
Osservate le tre immagini sottostanti: è evidente che solo quella al centro è degna di essere inserita in un lavoro!



La figura di sinistra è stata ottenuta da una tamponatura troppo leggera e disomogenea, che ha prodotto uno scarso rilievo e che lascia prive di embossatura alcune aree del disegno (segnalate dalle frecce):



Nell'immagine di destra si è invece ottenuto l'effetto opposto, la polvere si è gonfiata troppo, cancellando praticamente i dettagli del disegno, perchè il tampone è stato premuto con forza e strofinato a lungo sul timbro:



In entrambi i casi l'impressione è che la polvere si sia gonfiata troppo o troppo poco ma in realtà è la sua quantità sulla timbrata che è troppa o troppo poca! ;-)

Solo se il tampone viene picchiettato con leggerezza e costanza sino a ricoprire di un velo uniforme l'intera superficie si può ottenere un embossing omogeneo su tutta la timbrata, con la corretta salvaguardia dei dettagli:



Ma c'è un altro pericolo in agguato per i nostri lavori ad embossing: le macchie!
Sì, lo so che vi ho detto che la polvere non aderisce bene se non si usa l'inchiostro adatto...ma a questa regola c'è purtroppo un'eccezione: le macchie infatti hanno la capacità di attaccarsi ovunque, anche dove l'inchiostro non è stato messo, e una volta fissate con l'heat gun non le rimuoveremo più!



Questa caratteristica viene sfruttata per la realizzazione dei cosiddetti background ad effetto noise, che si ottengono spargendo la polverina da embossing (o più polverine in colori diversi) sul foglio di carta e scaldando il foglio con l'embosser dal retro, per non far volar via la polvere:



Se vi piace l'effetto noise fate attenzione ad impiegarlo solo su fogli di cartoncino ad alta grammatura perchè, essendo necessario che l'heat gun stia ben vicino al retro del foglio, su carta sottile, come è spesso quella da scrapbooking, potreste ottenere un antiestetico imbarcamento dovuto all'azione del calore:



Comunque, a parte questi casi particolari in cui il risultato chiazzato è voluto, la regola generale è che le macchie devono stare ben lontane dal nostro lavoro! Ecco perchè va prestata una particolare attenzione, prima dell'embossatura a caldo, che non vi siano residui di polverina sparsi sul foglio.
A scopo preventivo si può trattare la carta con una passata del cuscinetto antistatico:



E' davvero efficace e qualche tempo fa, appena acquistato, lo usavo sempre...Ma poi col passare del tempo, un po' per dimenticanza, un po' per pigrizia (ahiahai!) e un po' per la falsa sicurezza che si acquisisce con l'esperienza, talvolta mi dimentico di passarlo sul foglio...e ovviamente è proprio quella la volta che la polvere si appiccica dappertutto! :-(
Niente panico: in fondo basta avere a portata di mano un pennellino asciutto a setole morbide e la polverina dispettosa viene rimossa! ;-)



E della pistola ad aria calda non ne vogliamo parlare?
Direi che in questo contesto non serve: in tanti anni di pratica l'unica differenza significativa che ho potuto apprezzare tra una marca e l'altra è nella potenza del calore, che può velocizzare o meno l'operazione ma non la influenza, quindi non è un elemento fondamentale nella scelta.

Tuttalpiù c'è da dire che i modelli economici si surriscaldano più facilmente e si bloccano durante l'uso, quindi occorre farli raffreddare per poter proseguire il lavoro, per il resto sia i prestigiosi embosser firmati che gli anonimi embosser di dubbia provenienza funzionano tutti nello stesso modo...semmai si può presumere che quelli più scadenti si rompano prima, quindi se prevedete di farne un impiego intensivo meglio evitare le offerte allettanti di certi supermercati ed investire in un prodotto affidabile!



Ecco, credo non ci sia altro da aggiungere se non che la tecnica di embossing a caldo può offrirci davvero molte soddisfazioni...purchè la si metta in pratica in maniera corretta! ;-)



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