29/07/12

Occhielli decorativi

Capita spesso che nei lavori di papercraft si utilizzino con finalità decorative oggetti o materiali mediati da altre attività artistiche se non addirittura prodotti per tutt'altri scopi.

E' il caso appunto degli occhielli di metallo, a volte chiamati impropriamente rivetti ma più noti con il termine inglese di eyelets. Li vediamo chissà quante volte nella vita di tutti i giorni: sono quei tondini che solitamente si utilizzano per rinforzare un'asola entro la quale deve scorrere un laccio...l'esempio più immediato che mi viene in mente è quello delle scarpe da tennis:



Essendo usati soprattutto in ambito artigianale o in sartoria, gli eyelets sono sempre stati facilmente reperibili nei negozi di ferramenta o di merceria, disponibili in forma circolare e nei classici colori del metallo, ovvero argento, oro e bronzo:



Da quando però sono stati adottati come decorazione anche nello scrapbooking e nel cardmaking, è possibile trovarli, nei negozzi specializzati, in una grande varietà di forme e colori:



Se vi piace il loro aspetto e vi tenta l'acquisto, ricordatevi però che per poterli applicare avrete la necessità di munirvi di una rivettatrice, quell'attrezzo particolare che vi permetterà di fissarli permanentemente sulla carta. In commercio ne troverete di vari tipi e potrete scegliere quello che fa al caso vostro in base al prezzo e alla praticità d'impiego.

Il principio di applicazione degli occhielli è sempre lo stesso: osservate l'immagine sottostante tenendo presente che è stato utilizzato un cartoncino liscio su una superficie e texturizzato sull'altra (il che vi permetterà di distinguere il fronte dal retro). Occorre prima di tutto creare sulla carta, nel punto in cui dovrà essere inserito l'occhiello, un foro di misura adeguata (foto 1). Successivamente si introduce nel foro l'occhiello (foto 2) e lo si ribatte sul retro con la rivettatrice in modo da allargarlo e schiacciarlo (foto 3) così che sul fronte risulti ben appianato e fissato alla carta (foto 4):



E' proprio nel terzo passaggio che vi servirà la rivettatrice: sul cilindro metallico dell'occhiello va esercitata infatti una notevole pressione affinchè esso possa aprirsi ed agganciarsi alla carta, pressione che si può ottenere in diversi modi...pensate che le prime rivettatrici si servivano addirittura di un martello! Esse erano costituite da un punzone metallico per forare la carta e da un ribattino per fissare l'occhiello, entrambi eventualmente dotati di punte intercambiabili per adattarsi alle varie dimensioni degli occhielli...Ma molto più utile di qualsiasi mia spiegazione vi sarà l'osservare l'attrezzo al lavoro in questo video:



Queste prime spartane rivettatrici sono ancora in commercio, sono relativamente economiche e sicuramente efficaci...ma visto il rumore che producono le sconsiglierei a chi soffre di emicrania e a chi ha dei vicini poco tolleranti! ;-)
Per fortuna esse sono state affiancate nel tempo da nuovi sistemi altrettanto efficaci ma meno rumorosi, come ad esempio quello che si serve del cosiddetto silent setter:



Qui la pressione viene esercitata tutta manualmente, nessun problema se si devono applicare uno o due occhielli, ma se sono di più si rischia di ritrovarsi con la mano ed il polso doloranti per l'eccessivo sforzo in una posizione innaturale...meglio scegliere allora un altro metodo!
Molto pratiche, poco costose e relativamente poco rumorose sono le rivettatrici a molla, come queste di Fiskars:



Sono molto facili da usare, non richiedono sforzo fisico perchè la pressione necessaria è ottenuta con l'allungamento ed il rilascio della molla e sono prodotte in tre misure all-in-one, ovvero non occorre smontare ed intercambiare gli accessori perchè ciascuna rivettatrice è dotata del punzone ad una delle estramità e del ribattino all'altra.
Eccole in funzione:



L'unico difetto che si può ascrivere a questo metodo è ancora quello della rumorosità, però si tratta di un solo colpo secco quando si rilascia la molla e credo sia meno irritante del picchiettare continuo di un martello...vi disturba comunque? Allora potrete ricorrere ad una rivettatrice a pinza, anch'essa in grado di creare il foro di passaggio e di ribattere l'occhiello.
Ecco il modello più comune, reperibile nei negozi di ferramenta:



Della rivettatrice a pinza ne esistono anche versioni più raffinate, commercializzate da aziende specializzate in attrezzi per il papercraft: come spesso succede in questi casi cambia un po' l'aspetto dello strumento, il prezzo cresce a dismisura...ma il funzionamento è lo stesso! ;-)
Osservate nel video la famosa rivettatrice Crop-a-dile:



I vantaggi delle rivettatrici a pinza sono la silenziosità e la comodità d'uso, alle quali però si oppone un solo ma grosso difetto: hanno un raggio d'azione limitato. Anche la costosissima Big Bite, la Crop-a-dile a braccio lungo che potete vedere nell'immagine sottostante (il cui prezzo si aggira intorno ai 50 €!) riesce ad applicare occhielli ad una distanza massima di circa 15 cm. e ciò ne circoscrive sicuramente le possibilità d'impiego.



Per finire è doveroso riconoscere che c'è anche chi riesce ad applicare gli eyelets senza bisogno di una rivettatrice...guardate il video:



E' un sistema semplice ed economico ed è sicuramente da tener presente...l'unica incognita restano gli occhielli: non so di che marca siano quelli utilizzati dalla simpatica Gina ma io ho provato con quelli che avevo in casa e non sono riuscita ad allargarli con la penna...anzi, per la verità non sono neppure riuscita a scalfirli! Troppo resistenti loro o troppo debole la sottoscritta?! :-)



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22/07/12

La tecnica dell'intaglio

E' molto probabile che la parola intaglio ci richiami nel pensiero le immagini di quegli splendidi lavori in legno usciti dalle mani di abili artigiani dopo ore di paziente lavoro...

Sebbene ciò che vi segnalo oggi non abbia niente a che fare con il legno, non scacciate dalla mente la visione di quelle opere perchè vi servirà per comprendere meglio il risultato finale che ci si propone di ottenere attraverso una tecnica sicuramente più facile da realizzare dell'intaglio ligneo ma che richiede altrettanta pazienza.

Il video è stato realizzato da Michelle Wedemeyer, una crafter molto attiva qualche anno fa, ed è suddiviso in due parti: nella prima Michelle ci illustra i materiali e gli attrezzi necessari (una chipboard, tampone per timbri di un colore a piacere, polvere da embossing trasparente, timbro in gomma, embosser) e inizia a documentare il procedimento:



Nella seconda parte del video-tutorial ci viene mostrato il completamento della tecnica, le eventuali rifiniture e qualche suggerimento d'impiego:



Come potete constatare il lavoro è un po' lungo da ottenere ma molto semplice da realizzare e il risultato finale ci ripaga sicuramente della pazienza che abbiamo dovuto esercitare. :-)

Un'ultima considerazione merita il prodotto che Michelle utilizza per le finiture, quello che assomiglia ad una spartana confezione di ombretti, si tratta dei Rub-On metallizzati:



Sono colori dalla consistenza cremosa che possono essere applicati con una spugnetta o direttamente con il dito perchè sono privi di tossicità.
Producono sulla superficie decorata un effetto metallizato più o meno consistente a seconda della dose applicata, se osservate infatti il cuore intagliato che Michelle ci mostra nel video, noterete che in alcuni punti la pasta metallica si è raccolta nei bassorilievi dell'intaglio creando volume, cosa che è praticamente impossibile da ottenere con altri tipi di colorazione. Quindi è un prodotto da tener presente quando vogliamo ricreare effetti speciali come questo.

Allora, vi sono piaciuti i lavori di Michelle? Bene, ora tocca a voi: provate a riprodurli e divertitevi con l'intaglio! ;-)



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15/07/12

Gli inchiostri per i timbri

Se nella pagina della ricerca di Google provassimo ad usare come parole chiave tamponi per timbri o, meglio ancora, la loro versione in inglese ink pads ci accorgeremmo con sorpresa di quali e quante varietà di cuscinetti inchiostrati è possibile trovare in commercio.

Ai classici tamponi che si usano negli uffici, disponibili nei canonici quattro colori nero-blu-rosso-verde, si sono infatti aggiunti negli ultimi anni molti altri prodotti studiati specificatamente per l'hobby dello stamping e diversi tra loro, oltre che per colore, anche per forma, consistenza e sostanza.
E' sicuramente un vantaggio avere una così ampia possibilità di alternative...se abbiamo le idee chiare su ciò che ci occorre ;-) perchè, in caso contrario, potremmo trovarci nell'imbarazzo di non sapere su cosa puntare!
La tinta dell'inchiostro è l'unico elemento per il quale possiamo affidarci al gusto personale, per il resto meglio razionalizzare la scelta in relazione all'impiego che prevediamo di farne.

Direi che una prima caratteristica da cosiderare è la resistenza all'acqua del tampone: esistono infatti inchiostri idrosolubili, come i Distress di Ranger, che sono diluibili in acqua, ed inchiostri impermeabili all'acqua come i Pigment Ink di Dovecraft:



Nell'immagine sottostante potete vedere i diversi risultati che si ottengono utilizzando questi due tamponi con lo stesso timbro: i Pigment Ink hanno un effetto molto coprente (step 1) e rimangono inalterati anche se bagnati con acqua (step 2), permettendoci di aggiungere successivamente finiture ad acquerello (step 3).
I Distress invece hanno effetto meno coprente (step 1) e se bagnati con acqua "rinvengono" e producono sbavature (step 2) o addirittura imitano la pittura ad acquerello se si spruzza con acqua il timbro inchiostrato prima di premerlo sulla carta (step 3):



Sta a noi sfruttare queste qualità distintive dei due tipi d'inchiostro per ottenere con i Pigment Ink stampate ben definite da poter eventualmente colorare in secondo tempo e con i Distress stampate più sfumate e con resa simile all'acquerello.

Un'altro tipo d'inchiostro per timbri è quello a base di solventi volatili, ovvero che asciugano per evaporazione e non attraverso l'assorbimento da parte della superficie di stamping. Il prodotto più conosciuto della categoria è sicuramente lo StazOn di Tsukineko:



Esso è impermeabile all'acqua ed indelebile.....persino dal timbro se non siamo veloci a ripulirlo dopo l'uso! Quindi il suo impiego è da riservare a quelle occasioni in cui dobbiamo stampare su plastica, metallo, vetro e acetato perchè, non avendo bisogno di essere assorbito per asciugare, questo inchiostro funziona bene anche su simili materiali non porosi.

E a proposito dell'asciugatura possiamo dire che il tempo che essa impiega a realizzarsi potrebbe essere un altro fattore discriminante per la scelta del tampone perchè ne condiziona le possibilità d'impiego.
Gli inchiostri considerati prima, Distress e Pigment Ink, hanno ad esempio asciugatura lenta che, oltre a permetterci di lavorare con calma, può essere sfruttata anche nell'impiego con le polveri da embossing a caldo: in pratica usando i tamponi colorati al posto dell'apposito tampone per embossing, potremo fare a meno di acquistare la polverina in diversi colori, ci basterà solo quella trasparente per ottenere gli stessi risultati.

Per contro gli inchiostri ad asciugatura lenta, che bagnano abbondantemente il timbro, sono poco adatti alla stampa di disegni ricchi di dettagli e di particolari minuti, in questi casi meglio utilizzare un tampone per timbri ad asciugatura rapida come il Versafine di Tsukineko:



Se osservate gli esempi nelle immagini sottostanti, dove sono state messe a cofronto le stampate ottenute con Distress, Pigment Ink e Versafine, potete notare le differenze: il timbro è sempre lo stesso, un clear stamp di Dovecraft, ma il tratto della stampata cambia nettamente da un inchiostro all'altro.
Con i Distress, che sono più adatti a lavori rustici e alle colorazioni sfumate, il tratto appare disomogeneo e, in alcuni punti, sbavato:



Con i Pigment Ink il risultato è sicuramente migliore, il tratto è ben definito anche nei particolari sebbene un po' grossolano:



Con il Versafine invece il tratto appare sottile e ben delineato, rendendo al meglio i dettagli più piccoli come le setole della giraffa:



A questo punto credo risulti chiaro che non esiste un tampone per timbri universale che possa andar bene per tutte le occasioni ma, di volta in volta, dovremo scegliere quello più adatto al progetto che abbiamo in mente...e se vi preoccupa l'investimento economico da dover affrontare per dotarsi di un corredo di tamponi adeguato, non posso darvi torto: gli inchiostri per timbri sono relativamente costosi (si va dai 3-4 € dei Pigment Ink ai circa 7 € dei Distress fino ai quasi 10 € dei Versafine). Tuttavia tenete presente che essi sono molto longevi e, se trattati con cura -ovvero picchiettandoli con delicatezza sulla superficie del timbro e richiudendoli sempre dopo l'uso- vi consentiranno almeno un paio d'anni di timbrate intensive, quindi direi che vale la pena di gratificarci ogni tanto con un nuovo tampone! ;-)
E fatta questa considerazione vi lascio con l'impegno di ritornare ancora sull'argomento perchè, come detto in premessa, di tamponi per timbri ne esistono ancora molti altri da provare...



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08/07/12

Omaggi floreali

Regalare fiori è un'usanza molto comune e sempre attuale che aiuta a risolvere in maniera elegante e con limitato impiego d'inventiva la necessità di celebrare una ricorrenza o di gratificare una persona. Non c'è da meravigliarsi dunque che, anche nell'ambito del papercraft, i fiori rappresentino uno dei sistemi di abbellimento più utilizzati!

Fiori di carta, fiori di stoffa, fiori ritagliati a mano o con una fustella...alzi la mano chi di voi non ha mai usato i fiori come decorazione dei propri lavori........
Lo sapevo: nessuna mano alzata! ;-)
E allora, appurato che i fiori ci sono molto utili in parecchie occasioni, non ci resta altro da fare se non trovare nuove ispirazioni per sfruttarli al meglio...

L'idea che vi propongo oggi non è originalissima ma è facile da mettere in pratica ed il risultato, a dir poco spettacolare, vi permetterà di fare un figurone con la persona alla quale è destinato il regalo: il filo conduttore è un modello di vaso con fiori, che viene tradotto in tre versioni diverse dalle protagoniste dei rispettivi video.

Il primo video (del quale troverete in Rete molte altre varianti) c'insegna a realizzare una card composta da due parti, il vaso che fa da base e i fiori che servono da presa per sfilare il cartoncino d'auguri:



Nel secondo video invece ci viene mostrato come realizzare un piccolo contenitore per doni...qui sono dolcetti ma nulla vieta di introdurvi altri oggetti, purchè leggeri e di piccole dimensioni:



Per finire una card dalla forma più tradizionale, che si apre a libro:



Naturalmente potrete personalizzare a piacere questi progetti, cambiando la forma o il colre dei fiori o utilizzando fiori di stoffa o di feltro al posto di quelli di carta. Osservate ad esempio un'altra interpretazione dello stesso modello in questo video (un po' ballerino, ahimè!):



Vista la varietà e la quantità di embellishments impiegati, a conti fatti una card come questa vi costerà più di un vero mazzo di fiori....ma che importa? Non c'è niente che valga più dello sguardo di ammirata riconoscenza che vi rivolgerà la destinataria del dono! ;-))



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01/07/12

La prova del bottone

Come si attacca un bottone?...No, non intendo in senso figurato per alludere all'atteggiamento di quelle persone estroverse e un po' invadenti che ci coinvolgono nostro malgrado in un interminabile conversazione.

Intendo invece riferirmi ad un oggetto reale con cui abbiamo a che fare nella vita di tutti i giorni, quel tondino di plastica variamente colorata con due o quattro buchi al centro...l'avete presente?
Certo che sì!
Magari ne avrete già sperimentato l'uso a scopo decorativo...e avrete probabilmente constatato che farlo restare attaccato alla carta non è così facile come cucirlo sulla stoffa!

Prima di tutto occorre notare che di bottoni, quelli per abbigliamento, ne esistono in tanti materiali e di forme diverse, spesso elaborate sia sul diritto che sul rovescio, e non tutti si prestano ad essere utilizzati nel papercraft.
Per fortuna da qualche anno vengono prodotti anche bottoni specifici per scrapbooking e cardmaking studiati proprio per facilitare la decorazione della carta: essi sono infatti realizzati in materiale plastico più leggero, hanno spessore più sottile rispetto ai bottoni comuni e sono perfettamenti lisci e pianeggianti sul retro per facilitare le operazioni di ancoraggio.



Ma come si fissa un bottone sulla carta?
Naturalmente nulla vieta di cucirlo come si farebbe su un tessuto però dovremo poi preoccuparci di nascondere sul rovescio del foglio l'antiestetico passaggio del filo. E' un problema di poco conto se abbiamo realizzato una pagina di scrapbooking che è destinata ad essere conservata in un album, dove sarà visibile solo anteriormente, ma pensate ad un biglietto d'auguri che deve essere aperto e che sarà osservato e maneggiato da tutte le parti! In questo caso sarà necessario non solo incollare il bottone ma anche fare in modo che l'adesione alla carta sia tenace e durevole nel tempo.

Ho sperimentato personalmente vari metodi per tenere attaccati i bottoni alla carta e alla fine sono arrivata a preferirne due, che uso alternativamente a seconda delle necessità.

Il primo metodo, quello a cui ricorro più spesso perchè è il più veloce da mettere in pratica, si serve del biadesivo sottile ed è adatto a fissare sulla carta tutti i tipi di bottoni da scrapbooking, che sono perfettamente lisci sul retro.
All'inizio usavo il biadesivo in rotolo, tagliandolo nella misura del bottone, poi ho scoperto la grande comodità della colla Glue Dots:



Si tratta di un biadesivo realizzato in forma di tondini che vanno dai 3 ai 10 mm. di diametro: la misura più grande sembra fatta apposta per questo scopo...e probabilmente lo è anche nelle intenzioni del produttore. ;-)

I bottoni incollati con il biadesivo si presentano benissimo, sembrano appena appoggiati alla carta, eppure vi deriscono tenacemente, guardate questa card, dove il bottone più in alto a destra è incollato con un tondino di Glue Dots Memory Book da 10 mm.:



L'altro bottone invece è incollato con il secondo metodo a cui accennavo prima, quello al quale ricorro tutte le volte che la superficie posteriore del bottone non è completamente pianeggiante, come in questo caso dove ho fatto passare nei buchini e poi annodato sul davanti del filo da ricamo colorato. In queste circostanze è meglio utilizzare un adesivo fluido che vada a compensare i dislivelli tra bottone e carta, è un sistema meno rapido perchè occorre aspettare che la colla asciughi, ma è davvero efficace.
In commercio troverete colle idonee di varie marche, io qui ho usato la Glossy Accents della linea Inkssentials di Ranger:



E' una colla semiliquida e lattiginosa che asciugando assume una trasparenza cristallina ed esercita un potere adesivo notevole, adattissimo a trattenere in posizione decorazioni pesanti o ad alto spessore come sono appunto i bottoni. Oltre a ciò ha molte altre qualità sfruttabili a scopo decorativo...magari ne torneremo a parlare in un prossimo articolo. ;-)

Per concludere invece l'argomento odierno vorrei solo ricordarvi che nel papercraft, come in tutte le attività creative, non esistono regole fisse e sistemi adattabili a tutte le occasioni, talvolta è necessario ricorrere a dei compromessi...
Osservate ad esempio questa pagina di un album chipboard ad anelli:



Mi piaceva l'idea di decorarla con i bottoni applicati sul nastro ma, trattandosi di un album di fotografie che sapevo sarebbe stato sfogliato ripetutamente e passato di mano in mano, temevo che il biadesivo non aderisse abbastanza tenacemente al nastro di stoffa e, d'altra parte, cucire i bottoni sulla pagina in cartone compresso non era fattibile...Che fare?
Il compromesso è stato quello di cucire prima i bottoni sul nastro e poi di incollare successivamente quest'ultimo alla pagina con il Glossy Accents, che funziona ottimamente anche sulla stoffa.
Il risultato è qui da vedere: l'album gira da un paio d'anni tra le mani di parenti ed amici e i bottoni sono sempre al loro posto!



Dalle mie parti è in uso una colorita espressione dialettale per definire una persona che non ha abilità alcuna nelle incombenze domestiche, la si schernisce dicendo (tradotto in italiano) che non è nemmeno capace di attaccare un bottone...prendiamola come una sfida allora, e dimostriamo a tutti che -almeno sulla carta- i bottoni li sappiamo attaccare benissimo! ;-))



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