31/01/16

Pianificare...creativamente

HANDMADE PLANNERS
Negli anni '90 la si chiamava personal organizer (o organiser nella versione inglese) ed era un classico strumento di lavoro per professionisti e rappresentanti di commercio: serviva ad annotare appuntamenti ma anche (e in ciò si distingueva dalle altre agende) a raccogliere appunti, indirizzi, carte di credito, biglietti aerei, chiavi ed altre piccole cose.

Era suddivisa in sezioni da appositi separatori ed era possibile agganciare bustine portadocumenti e tasche per carte di credito alla sua rilegatura ad anelli:



La marca forse più nota di agenda organizers era la Filofax, prodotta in Inghilterra su brevetto americano, tanto famosa sul finire degli anni '80 al punto che il nome dell'azienda e quello del prodotto erano usati indistintamente come sinonimi!

Emblematico il titolo di un film del 1990 che la versione italiana traduceva in Filofax: un'agenda che vale un tesoro e vedeva come protagonista Jim Belushi nei panni di un'evaso che, avendo rinvenuto l'organizer persa da una manager di successo, si trovava a viverne per breve tempo la dorata esistenza:



Curiosità cinematografiche a parte, e senza volerne negare l'indubbia funzionalità c'è da notare però che un'oggetto come l'organizer è lontano mille anni luce dall'idea che tutti noi abbiamo di creatività! E' un tristissimo strumento di pianificazione per seriosi professionisti...o no?!
Sembrerebbe di no: da quei primi modelli pensati per funzionari barbogi la Filofax si è evoluta proponendo nuovi designs che strizzano l'occhio anche ad un pubblico più attento ai dettagli estetici:



Ma la spinta propulsiva che ha fatto definitivamente decollare l'organizer e l'ha portata ad atterrare sulla scrivania di molte crafters è opera di alcune aziende produttrici di materiali per scrapbooking che, ribattezzandola con il più moderno termine planner, l'hanno rilanciata sul mercato, facendo a gara nello sfornare agende sempre più colorate ed accessoriate:



Siamo sicuri però che questi modelli preformattati facciano al caso nostro?
E poi, visto che siamo persone creative ed il nostro stile di vita si fonda sull'handmade, non sarebbe meglio crearcelo da soli un planner su misura?! ;-)

Non è per niente difficile realizzarlo, si può partire ad esempio da un quaderno spiralato con pagine fantasia ma anche semplicemente bianche, che potremo trasformare a piacere con le carte da scrapbooking:



Oppure, se ci piace l'idea di poter aggiungere inserti, utilizziamo come base un raccoglitore ad anelli già provvisto di separatori oppure completamente vuoto, da riempire con carte da scrapbooking legate insieme con washi tapes:



Ma se le misure standard dei quaderni in commercio non ci soddisfano, possiamo optare per una soluzione ancor più radicale e costruire il planner quasi da zero servendoci di un faldone da ufficio e seguendo il tutorial di iHanna che ci spiega come ha realizzato il suo:



E se infine incontriamo qualche difficoltà nel realizzare da soli le pagine calendario che -non scordiamolo!- sono l'anima del planner, ci possono venire in aiuto molti siti e persino una community Web dove è possibile scaricare gratuitamente teplates in vari formati e scambiarsi consigli con altri utenti:



Per concludere è doverosa una precisazione: stiamo attenti a non confondere il planner con l'art journal perchè sono basati su due concetti diametralmente opposti! L'art journal serve a registrare il vissuto, il planner a pianificarlo: nell'art journal raccogliamo ricordi, idee ed emozioni, il planner serve invece ad annotare appuntamenti, i dati del conto corrente, le scadenze fiscali...se cercassimo di trasformarlo in un diario finiremmo col comprometterne la funzionalità! ;-)


Leggi tutto...

24/01/16

Un posto per la Bind-it-all

RIORGANIZZARE L'ATTREZZATURA
Nel nostro corredo di papercrafters ci sono sicuramente attrezzi di lavoro che, a causa dell'ingombro eccessivo o della quantità, possono crearci qualche difficoltà dopo l'acquisto, quando arriva il momento di trovar loro posto nel ridotto spazio che abbiamo a disposizione...Per fortuna la Bind-it-all non è uno di questi!

Grazie alle sue dimensioni compatte (occupa più o meno il volume di un rotolo di Scottex!) la macchina rilegatrice di Zutter può infatti essere maneggiata e poi riposta senza problemi; gli accessori di cui è dotata sono pochi e di piccole dimensioni; i materiali di consumo sono rappresentati essenzialmente dalle spirali metalliche, le cui confezioni sono facilmente impilabili occupando uno spazio limitato...



Ma allora vale la pena di dedicare un'articolo allo stoccaggio della Bind-it-all?! Io credo di sì e vi spiego il perchè! ;-)

E' opinione comune che in un ambiente di lavoro ben organizzato, dove ogni cosa è al suo posto e facilmente fruibile, si produca più agevolmente e si porti a termine il progetto con maggior velocità e minor stress...ne convenite?
Sì, vero?
E sono d'accordo anch'io...peccato però che una grave forma di disordinite cronica che mi affligge dalla nascita m'impedisca di vivere in un ambiente ben ordinato! ;-))

E partendo dal presupposto che qualcuno tra voi potrebbe essere affetto dalla stessa malattia, ho deciso di condividere il mio personale rimedio: poichè non sono in grado di mantenere l'ordine, divido il disordine in modo che dia meno nell'occhio...divide et impera dicevano i latini! :-)
Tradotto in pratica: mi sono dotata di sistemi d'arredo su ruote, che dedico ciascuno ad una determinata funzione, che sposto dove mi servono al momento che mi servono...e che nascondo sotto il tavolo quando ho finito d'usarli. ;-)



Vi avevo già illustrato uno di questi miei aiutanti su ruote a proposito della Big Shot, oggi vi mostro quello che ho dedicato alla Bind-it-all:



Questo carrello l'ho, per così dire, salvato dalla discarica perchè me lo sono fatto regalare da qualcuno che stava per buttarlo, ma è un tipo di articolo che si trova a prezzi modici un po' dappertutto: bricocenter, mercatini rionali, supermercati, negozi di casalinghi...



Come potete vedere è formato da tre ripiani in filo metallico (ma se non si hanno molte spirali ne bastano due) dove trovano posto sia la macchina che tutti gli accessori:



Accessori che in verità si limitano a tronchese, barra spaziatrice e placca di stop:



Tengo sul carrello anche una scatolina dove mettere i ritagli di spirale metallica avanzati da altri lavori o recuperati da agende, calendari e quaderni...certo, non lo sapevate che si possono riutilizzare nella Bind-it-all?! ;-)



Il set delle dime per la misura delle spirali lo tengo appeso con un gancetto ad S sul carrello perchè così lo trovo subito quando mi serve...e mi serve sempre: per i miei occhi diversamente giovani è molto pratico in quanto mi evita di dover leggere i numerini sulla macchina per posizionare il meccanismo di chiusura delle spirali. ;-)



Per le spirali metalliche c'è posto in abbondanza nei due ripiani inferiori e il vantaggio di una struttura aperta come questa è che posso individuare a colpo d'occhio la misura della spirale che sto cercando:



Ecco fatto, vi ho mostrato il mio posto per la Bind-it-all: è un mobile (se così si può chiamare!) essenziale ma molto pratico e se non avete niente di dedicato alla rilegatrice in casa vostra ve lo consiglio senza riserve.
Ma se invece avete già trovato un sistema migliore...beh, allora tocca a voi ora condividerlo! ;-)



Leggi tutto...

17/01/16

Distress versus Distress

FORMATI A CONFRONTO
I tamponi d'inchiostro della linea Distress di Ranger Ink sono ormai conosciuti ed apprezzati da tempo da tutti gli appassionati di stamping, scrapbooking, card making, art journaling, lettering...insomma da tutti coloro che prima o poi si trovano a dover colorare i propri lavori. Portano la firma di Tim Holtz, tanto famoso da non richiedere presentazioni: art director di Ranger, mitico Maestro internazionale di stile e primo utilizzatore di questi impareggiabili prodotti.

Su Internet è possibile trovare molti video che lo vedono protagonista, i più recenti girati in qualche fiera di settore come quelle organizzate dalla Craft & Hobby Association, dove è all'opera per promuovere i nuovi prodotti della Ranger, ma i vecchi filmati dedicati ai tamponi Distress restano un classico imperdibile per chiunque si affacci al mondo del crafting! ;-)



Le caratteristiche dei Distress Ink Pads sono ben note:
- Per definizione si tratta di tamponi per timbri e come tali possono essere impiegati nello stamping.
- Poichè asciugano lentamente possono sostituire il tampone per embossing nelle tecniche di embossing a caldo.
- Sono facili da miscelare e da diluire grazie alla loro idrosolubilità.
- Sono disponibili in una vasta gamma di sfumature (se ne contano attualmente più di 60!)
- Sono applicabili sia con le spugnette che con i pennelli e possono addirittura essere strofinati direttamente sulla carta.
- Se allungati con acqua si trasformano in acquerelli, rispetto ai quali sono però più facili da usare.
- Sono acid free, come altri prodotti per scrapbooking, completamente atossici e resistenti alla luce.
- Grazie alla struttura del tampone, in feltro ad alto spessore, sono ricaricabili per mezzo di appositi refills.



I tamponi Distress sono sulla breccia da così tanto tempo e riscuotono un tale ubiquitario ed unanime consenso da far pensare di non temere rivali...eppure non è così! E la cosa buffa è che il tentativo di scalzarli dalla loro posizione di privilegio è opera proprio dell'azienda produttrice, che da un paio d'anni a questa parte ha lanciato sul mercato una nuova linea di Distress Ink Pads, in tutto simili ai loro predecessori se non fosse che per il formato, ridotto ad 1/4 dell'originale:



La messa in produzione di tamponi con lo stesso tipo d'inchiostro ma in taglie diverse non è certo una novità, molte aziende lo fanno, così che il consumatore può scegliere il formato che più si adatta alle proprie necessità e -perchè no?!- al proprio portafoglio. ;-)



Con gli inchiostri che servono esclusivamente per lo stamping, com'è il caso dei tamponi VersaFine qui sopra, il solo limite che incontreremo nell'uso del formato small sarà rappresentato dalla minor area che riusciremo ad inchiostrare con un solo passaggio...poco male: qualche tamponatura in più e il problema sarà risolto. ;-)

Ma i Distress, come abbiamo già detto, hanno potenzialità d'impiego che vanno ben oltre l'inchiostratura di un timbro e spesso vengono proposti in collaborazione con altri prodotti dei quali facilitano o espandono l'uso: tutto ciò richiede indubbiamente un formato adeguato, quindi non sono chiare le ragioni di marketing che hanno indotto Ranger a...farsi concorrenza da sola!



Probabilmente dopo tanti anni sulla breccia i tamponi Distress avevano per così dire "saturato" il mercato promuovendo l'esigenza di una qualche novità...chi può saperlo?!

Non è stata comunque una scelta felice commercializzarli in confezioni da 4 colori, in parte per l'impossibilità di scegliere la combinazione di tinte preferita, ma soprattutto perchè, se si escludono i neofiti che si sono appena affacciati al mondo del crafting e non possiedono nessun tampone d'inchiostro, per tutti gli altri il rischio di ritrovarsi con qualche doppione è elevato.



Stesso discorso a proposito del Blending Tool, l'apposito attrezzo per tamponare e sfumare i Distress, che nel classico formato rettangolare è troppo grande per pescare nel Mini Ink Pad: è stato necessario produrne una versione cilindrica su misura del tampone:



Anche questo utensile è venduto in confezione multipla di due pezzi...si ha quasi l'impressione che Ranger, con la realizzazione dei Mini Distress, abbia voluto puntare più sulla vendita di quantità che di qualità, sebbene le caratteristiche intrinsiche dei prodotti siano le stesse!



Di fatto possiamo supporre che l'iniziativa non abbia fruttato i risultati sperati visto che, non molto tempo dopo il lancio dei Mini Ink Pads, Ranger ha annunciato l'uscita di ben 12 tinte inedite dei Distress nel 2015, una al mese, risvegliando l'interesse per il prodotto...e creando una nuova dipendenza nei crafters di tutto il mondo! ;-))



In conclusione: questi mini tamponi Distress possono rappresentare una minaccia alla supremazia dei tamponi in formato standard?
Francamente non credo: gli unici veri vantaggi che mi sento di ascrivere ai Mini Ink Pads sono il minor ingombro, che facilita le operazioni di stoccaggio per chi ha poco spazio a disposizione, e il prezzo più contenuto, che a parità d'investimento permette di dotarsi di un maggior numero di colori.

Va notato però che i Distress non sono inchiostri da centellinare, anzi: quando si usano si usano in abbondanza! Ecco perchè personalmente ritengo che sarebbe meglio avere a disposizione una gamma più limitata di tinte (eventualmente "espandibili" in sfumature più chiare grazie alla diluizione) piuttosto che farsi condizionare dalla ridotta superficie utile del prodotto...
E voi cosa ne pensate? ;-)



Leggi tutto...

10/01/16

Non rompete le scatole!

PACKAGING DA RICICLO
Le feste sono passate e ci hanno lasciato con il portafoglio alleggerito, il giro vita appesantito e la casa piena di residui vari che dovremo cercare di smaltire nei prossimi giorni: avanzi di cibo da finire o congelare, albero di Natale/presepe/luminarie da smantellare, regali (più o meno graditi) a cui trovare posto...e soprattutto un'enorme quantità di scatole!

Eh sì, perchè qualsiasi cosa sia entrata in casa nostra nell'ultimo periodo era molto probabilmente provvista di una confenzione in carta o cartone che, una volta svuotata del contenuto, è andata ad accumularsi insieme alle altre nel bidone della raccolta differenziata...



Senza contare che, se è pur vero che il fenomeno si accentua nel periodo natalizio, lo sciupìo del materiale da imballaggio avviene anche durante tutto il resto dell'anno...Non vi piange il cuore -il vostro cuore di papercrafter!-a vedere tutta quella carta sprecata?
Allora, basta rompere le scatole! Piuttosto proviamo a riutilizzarle per i nostri lavori! ;-)



Di idee infatti in Rete ne circolano tante, benchè non siano sempre facili da trovare...ma vi basterà digitare cereal boxes come chiave di ricerca e vedrete che vi appariranno i progetti ottenuti anche con altre confezioni in cartoncino per alimenti (l'inglese, si sa, è una lingua povera!):



Visto quante idee di riciclo?! Seguendo il link indicato troverete poi il rimando ai rispettivi tutorials per la realizzazione.

In quasi tutti i progetti vedrete che il cartoncino viene utilizzato così com'è, sfruttando a scopo decorativo la grafica stessa della scatola...se però non vi entusiasma un segnalibro con la foto del panettone o un notes con le tagliatelle in copertina, avrete sempre la possibilità di rivestirli con una bella carta da scrapbooking e riempirli di decorazioni! ;-)

Ma le possibilità di recupero non sono tutte qui, chi ad esempio si diletta con l'art journal, sarà sicuramente attratto da questo progetto, che suggerisce come creare da soli la struttura del proprio diario:



Personalmente ho trovato poi davvero semplici e deliziose (oltre che molto facili da realizzare) queste cornici portafotografia da tavolo:



Naturalmente ci sono anche idee per l'home decor, come il gigantesco alfabeto tridimensionale...che sembra pensato apposta per gli amanti delle personalizzazioni ad oltranza! ;-)



Non c'è che dire: le scatole del piccolo imballaggio si possono riutilizzare in tanti modi! Senza contare che le occasioni di reperire il materiale sono molteplici: oltre alle scatole dei cereali (per le nostre abitudini alimentari forse le meno rilevanti) pensate alle scatole della pasta e del riso, dei biscotti, del panettone o del pandoro, dei bagni schiuma e dei profumi, dei cioccolatini e delle caramelle, delle lampadine, dei liquori, dei gelati, dello zucchero e del sale...ci sarà un'interpretazione freudiana per il fatto che mi vengono in mente soprattutto prodotti commestibili?! :-))



Fatto sta che quasi quotidianamente svuotiamo un qualche tipo di confezione (alimentare e non) producendo una gran mole di scarti cartacei...la materia prima non ci mancherà di certo se vorremo mettere in pratica le idee segnalate oggi!
Buon 2016, dunque, all'insegna del riciclo! ;-)



Leggi tutto...